Fascite plantare e tendinopatia Achillea

La fascite plantare e la tendinopatia Achillea rappresentano una problematica di comune riscontro nella pratica clinica quotidiana.

Con il termine fascite si definisce un ispessimento doloroso dell’inserzione della fascia plantare a livello calcaneare e spesso rappresenta l’esito di un alterato appoggio del piede in grado di determinare un significativo scadimento della qualità di vita del paziente affetto; la tendinopatia Achillea può essere una condizione clinicamente e strumentalmente più eterogenea e altrettanto invalidante: infatti è possibile che si manifesti con ispessimento e infiammazione a livello dell’inserzione del tendine in sede calcaneare (forma entesitica), oppure nella porzione pre- inserzionale (terzo medio del tendine).

Entrambe le condizioni possono rappresentare l’esito di un’alterata biomeccanica (tipicamente negli sportivi e nei pazienti sovrappeso), oppure ascriversi nel corteo sintomatologico di una patologia infiammatoria articolare di natura spondiloartritica. La diagnosi è di immediata apprezzabilità con l’ausilio dell’ecografia muscoloscheletrica ed il trattamento prevede la rimozione degli atteggiamenti podalici viziati che ne abbiano determinato l’insorgenza come l’utilizzo di plantari nel caso di una fascite nel contesto di un mal appoggio podalico o il controllo della patologia sistemica di base nel caso in cui intercorra una flogosi articolare generalizzata.

Le infiltrazioni ecoguidate della fascia plantare e della tendinopatia Achillea con corticosteroidi, collagene e, talora, plasma ricco di piastrine (PRP) rappresentano le principali soluzioni per la gestione clinica di queste patologie e permettono una rapida e duratura regressione della sintomatologia algica.